Non è contributo.
“Noi vogliamo stabilire che una donna che mette al mondo almeno due figli ha già offerto un importante contributo alla società.”
Sono le parole della Presidente del Consiglio che parlava della decontribuzione per donne con figli, presentando la manovra di bilancio.
Metto su carta pensieri, osservazioni e alcune constatazioni in merito.
Anzitutto una domanda: "noi vogliamo stabilire", ma noi chi? Il governo?
E dopo avere chiarito chi, a che titolo?
Ovviamente sulla decontribuzione per donne con figli non ho nulla da eccepire, anzi.
La questione è un'altra e le parole, come sempre, hanno un peso e soprattutto un significato.
Trovo l'immagine della donna che offre un contributo alla società perché madre e, soprattutto di almeno due figli, una narrazione a tratti pericolosa a tratti molto triste.
Ho sempre visto la maternità come un desiderio e come una scelta.
Non riesco a legare la maternità all'espressione "contributo alla società", e più che non riuscirci mi rifiuto di farlo.
La maternità non è un premio. Non c'è nessuna gara.
La non maternità non è un atto di egoismo: ci sono miliardi di motivi per cui una donna decide di non diventare madre. Senza considerare che, a volte, questa decisione può non dipendere necessariamente dalla volontà della donna e scontrarsi con il desiderio di una maternità irrealizzabile.
Poi, bisogna fare i conti con la realtà.
Se parliamo del problema annoso della denatalità nel nostro paese, le proposte da mettere in campo sarebbero altre. Entrano in gioco altri fattori: per esempio la precarietà del lavoro, l'instabilità economica, il costo della vita, prezzi da capogiro sugli affitti e così via.
Nessuno dovrebbe sindacare e tantomeno "stabilire" qualcosa; nessuno dovrebbe legare questa scelta ad un contributo o ad un mancato contributo.
Nel primo caso si corre il rischio di svilire la maternità che è bellezza, amore, dono, e tante altre cose: talmente tante da sfuggire a qualsiasi descrizione, elencazione e sintesi esaustiva.
Nel secondo caso il pericolo è svalutare chi non ha fatto esperienza diretta della maternità.
È un argomento talmente delicato da trattare con i guanti, entrando in punta di piedi.
Si pensi a Margherita Hack e Rita Levi Montalcini. Giusto per citarne due.
Che possiamo dire?
Mi viene in mente una frase di Giorgio La Pira che, a tal proposito, calza a pennello: "Lo Stato per la persona e non la persona per lo Stato."
Ecco, rimettere al centro la persona, forse potrebbe essere la strada giusta per combattere una brutta piega: ragionare e vivere necessariamente per categorie.
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