Se non ora, quando?
1522 numero antiviolenza e stalking attivo H24.
Rimbalza su tutti i giornali la notizia della donna aggredita e violentata in uno degli ascensori della stazione centrale di Milano.
Sono stata nella stazione di Bergamo a dicembre 2022.
Arrivata all'aeroporto, dovevo aspettare un collega che, in ritardo, mi avvisa di non andare in stazione: mi avrebbe detto lui quando muovermi. Così ho fatto. Salgo sul pullman dopo il suo messaggio.
Arrivo in stazione, e sono più delle 20. È pieno inverno.
Non so giocare a scacchi, eppure, in quella stazione mi sono sentita una pedina su una scacchiera: mi muovevo da destra a sinistra; avanti e indietro; A elle e in diagonale.
Tenevo gli occhi spalancati quasi fossero i fanali di un'autovettura.
Davanti a me una ragazza del posto. Mi fissa. Un mezzo sorriso. Inizio a parlare con lei.
Vedo la volante della polizia fuori.
"Usciamo e mettiamoci vicino alla macchina", le dico.
Lei stava aspettando un suo amico. Io ero a 100metri dall'alloggio.
- "Ti aspetto", le dico.
- Mi risponde "no voglio andare via, ti accompagno".
Durante il tragitto parliamo del più e del meno. Avvisa l'amico di venire a prenderla sotto il mio alloggio. Arriva l'amico. Ci salutiamo.
Oggi Massimo Gramellini, sul Corriere della Sera, racconta l'episodio e scrive il "Diritto di tornare a casa".
Aggiungo: il diritto di passeggiare senza essere costrette a guardarsi le spalle ogni secondo che passa; il diritto di non dover prendere il cellulare: "ti chiamo durante il tragitto, non si sa mai" - cosa che faccio di frequente -; il diritto di vivere senza che improvvisamente compaia - non so se a qualcuno/a è capitato - una pallina in gola, una piccola pallina che provoca agitazione, e qualche battito accelerato che nulla di serafico fa presagire.
Ecco, mi sono venute in mente tutte quelle stazioni in cui mi sono trovata da sola in questi ultimi due anni: Roma, Milano, Pisa, Firenze, Bergamo.
Ho fatto memoria di tutte quelle volte in cui, sono andata in bagno da sola.
Il mio pensiero va oggi a quella ragazza che forse non rivedrò mai più. Nel nostro incontro abbiamo condiviso attimi di panico, sorrisi, un abbraccio, e un grazie reciproco. Sensazioni e sentimenti che è raro provare tra sconosciuti tanto più in una manciata di minuti.
Mi ha salutato con il suo desiderio di vedere la Sardegna.
Oggi ripenso a quella donna stuprata, e a tutte quelle prima di lei; al passante che ha chiamato i soccorsi, e l'ha salvata.
Penso, ripenso, e mi chiedo: quando abbiamo intenzione di occuparcene seriamente? E se non ora, quando?
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